00 11/06/2009 23:53



Alimenti, bevande e spezie possono essere realmente afrodisiaci?



La combinazione di varie reazioni sensoriali,
la soddisfazione visuale alla vista di cibi appetitosi,
la stimolazione olfattiva dei loro piacevoli odori
e la gratificazione tattile
che viene offerta ai meccanismi orali
da piatti ricchi e saporiti,
tende a portare verso uno stato di euforia generale
favorevole all’espressione sessuale.
Enciclopedia Britannica

Il termine afrodisiaco data almeno 5.000 anni: in base al Dizionario degli Afrodisiaci di H. E. Wedeck, esso deriva dal mito di Afrodite, dea greca dell’amore e della bellezza, venerata dagli antichi Greci.

Gli afrodisiaci comprendono bevande, alimenti, odori, erbe, prodotti chimici, profumi e altre sostanze che incrementano la libido: la loro origine risale alle culture egiziana, greca e romana.

Essi influenzano i recettori sensoriali, agendo sinergicamente su vista, udito, odorato, tatto, gusto.

Sulla cucina afrodisiaca esiste una vastissima e antica letteratura: ne parlava già Aristotele, il quale sottolineava che, se non vi è energia sufficiente, qualunque eccitante diventa inutile.

Nella Francia dell’800 la cuisine d’amour affina le sue tecniche, riconoscendo l’importanza della preparazione e inventando ricette illustri.

Benché molti scienziati affermino che non esistono prove certe di una azione afrodisiaca di particolari cibi o sostanze, a meno che queste non abbiano più in generale un effetto stupefacente o psicoattivo, come per esempio gli alcolici.(Fonte: Quark), da una ricerca del CIRM, condotta nel 1999, risulta che circa la metà degli italiani crede al potere afrodisiaco di alcuni alimenti, bevande, aromi e spezie.



continua...